Come dice una mia grande amica, sono un “monotematico sequenziale”, nel senso che a 5 anni mi piacevano “cose” che non sono mai cambiate e son diventate la mia vita: cosa passava per la testa ai miei familiari (eravamo in 6 e io il più piccolo); l’umorismo (girava per casa); scrivere canzoni sfigate (grazie a mio fratello che suonava); l’acqua e il vento (la casetta sul Lago di Como). Non c’è altro, l’amore non si conta perché è per tutti la colonna sonora del film della nostra vita.
Ognuna di queste cose ha preso uno spazio nella mia vita adulta, e posso dire, che se anche vi sembreranno ambiti diversi, per me sono tutti aspetti psicologici dell’essere Umano e quindi rientrano nella mia principale professione. Infatti non credo si possa vivere senza la curiosità di come siamo fatti; gioire anche se purtroppo non sempre è possibile, della vita; poter esprimere in vibrazioni, cioè in musica, gli aspetti tristi della vita come gli abbandoni, la fine delle cose; mischiarsi e giocare fisicamente con gli elementi della natura come quando eravamo piccoli. Poi c’è sempre l’amore che muove il tutto…