Poiché nasciamo e cresciamo in relazione con qualcuno, tali relazioni possono essere impostate in modo più o meno distorto da chi ce le impartisce. La Psicoterapia è una seconda occasione nella vita per scoprire che quello che ci hanno detto o fatto capire non è l’unico modo di rapportarsi al mondo che ci si offre.
In fondo arrivano sempre e solo persone che si lamentano del fatto che la loro vita emotiva finisce sempre nello stesso insoddisfacente modo, e per questo stanno male. La maggior parte delle persone riferiscono al presente il loro malessere, senza rendersi conto delle radici antiche della loro mancata realizzazione in fondo emotiva.
All’inizio cercheranno addirittura di impostare con lo Psicoterapeuta l’unico modo di relazionarsi che conoscono, ma solo col tempo e il calore di un nuovo tipo di relazione unidirezionale (nella quale saranno i soli protagonisti con i loro bisogni emotivi), scopriranno che la paura dell’ignoto che dà solo l’idea di abbandonare la loro unica, seppur distorta vecchia modalità relazionale, lascia il posto a un mondo nuovo, che c’era anche prima, ma mai visto e sentito.
Non dovremmo dimenticarci che noi umani siamo solo animali evoluti, che conservano sotto la corteccia comportamenti specie-specifici, ai quali la civilizzazione, impersonata dalle “regole” genitoriali, lascia più o meno spazio. Un buon genitore pone dei limiti a tali comportamenti, ma abbastanza ampi da non creare conflitti nel bambino/a che una volta adulto/a può godere della vita senza sentirsi in conflitto con le interiorizzazioni sufficientemente permissive impartite dai genitori.
Nei casi di male di vivere, invece, la persona è in continuo conflitto tra la sua spinta alla realizzazione di tali comportamenti profondi e le interiorizzazioni delle “regole” genitoriali magari contrarie, che però da piccoli rappresentavano il prezzo da pagare per essere in qualche modo amati o solo appena accettati, ma che al tempo stesso inibivano la vitalità emotiva. Per un bambino/a è meglio essere maltrattato, abusato o altro che l’indifferenza e sopratutto nella Psicoterapia infantile si osserva come difenda questa unica fonte di “amore” che ha avuto e che ricercherà nella vita adulta sotto altre forme apparentemente anche irriconoscibili.
Quali sono questi comportamenti specie-specifici propri dell’umano? per saperli basta che leggiate qualcosa sui comportamenti animali e dopodiché osservare il mondo per accorgervi che non sono poi così distanti, con la differenza che possedendo una mente intelligente siamo in grado di distruggere un pianeta, cosa che un animale, per quanto feroce sia, non riuscirebbe mai. Ma anche l’umano che realizza tutti questi comportamenti può essere infelice (non a caso la depressione è trasversale a tutte le classi sociali), basta che abbia interiorizzato delle “regole” genitoriali (o chi ne ha fatto le veci, naturalmente) contrarie per entrare in conflitto con se stesso. Potrei fare mille esempi di persone che hanno raggiunto i massimi livelli per poi distruggersi o suicidarsi.
Esistono Psicoterapie che non prendono in considerazione il passato della persona e lavorano sul migliorare il presente con alcune tecniche. Il mio personale parere e l’esperienza, mi dicono che se un adulto/a da bambino/a è stato abusato/a (esagero per farmi capire, ma mica tanto), potrò ottenere dei “risultati” visibili, ma dentro continua a scorrere un fiume che trascina con sé emozioni terrorizzanti, che solo un nuovo ambiente protetto e empatico potrà permettere all’adulto/a di far affiorare quel fiume sotterrato e farlo/a ripartire, ma da lì.
Le persone hanno da sempre cercato un’altra occasione o se si vuole una “seconda famiglia” un po’ più permissiva della prima. Se osservate più una persona sta male più aderisce a un’ideologia, a una religione, ecc. molto coercitivo (che offre una psicologica protezione sotto la sua ala, ma in cambio di una serie di dogmi, regole da non infrangere); più una persona sta bene, meno aderisce fanaticamente a qualsiasi istituzione. Questo perché nel secondo caso, ha avuto “regole” genitoriali molto più permissive e le stesse sono diventate delle regole interiorizzate protettive e che non vanno in conflitto con i comportamenti istintuali. Per capire meglio l’esempio, ci sono amori simbiotici, nei quali il patto sottostante è una forte limitazione della libertà altrui per paura di essere abbandonati, ma pagando il prezzo del rimanerci soffocati in quanto l’altra persona chiede la stessa cosa e amori maturi nei quali si condividono parti della vita, ma si mantiene un proprio spazio vitale (che non vuol dire tradirsi). Noterete come in entrambi gli esempi non sono altro che tentativi di riprovare ad avere una “seconda famiglia” o una seconda opportunità relazionale con qualcuno o qualcosa che non si discosti troppo dal primo modello per non farci sentire l’abbandono dell’unica relazione che crediamo possibile e nello stesso tempo che sia un po’ meno soffocante, ossia che non ci imponga “regole” genitoriali troppo strette.
La differenza tra la pseudo Psicoterapia che facciamo da sempre con chiunque ci offra una protezione “psicologica” e una Psicoterapia vera è che la seconda (se lo/la Psicoterapeuta non ha problemi a sua volta) non offre una protezione psicologica in cambio di “regole” rigide da seguire che nascondono la propria dipendenza, ma mette a disposizione degli strumenti e un luogo sicuro, che, quando la persona si sentirà sufficientemente al sicuro, utilizzerà per liberarsi dai nodi che gli stringono le emozioni.
buona fortuna, Renato Trinca