L’acqua, l’elemento di cui siamo maggiormente composti e che ci ospita prima di nascere. Essere su una barca in mezzo al mare dopo un po’ è ritrovarsi indietro nel tempo, che rallenta, lasciando il posto al sentirsi. Mi è stata vicina anche dopo la nascita con il nuoto, il windsurf, la vela. Non esiste chi non ama l’acqua, esiste chi ne ha paura forse perché la prima non fu una bella esperienza e magari si è ripetuta da adulto. Ma ha un legame con noi imprescindibile, può essere solo nascosto. Quando le pause me l’hanno permesso ho amato navigare da solo sulle mie scassate, ma adorate barchette che non ho più, perché è sempre più costoso e c’è un’età in cui le forze non sono più adeguate per certi mari e saltare porti e notti è diventato un dolce ricordo liquido 🙂
La proposta: due giorni e due notti in barca a vela giocando con le nostre percezioni: un modo per ritrovare il nostro rapporto con la nostra natura che assomiglia, anche se l’abbiamo nascosta, a quella fuori di noi. Si partirà da La Spezia (porto di Marina del Fezzano) girando con più corpo che mente, nell’elemento da cui ebbe tutto origine, l’acqua.
Si arriva il venerdì verso le 18 e si scende dalla barca domenica alle 18. Max 10 persone.
“Svelarsi” è un progetto che riguarda l’unione della Psiche alla vela, sia nell’ambito della Psicoterapia individuale e di gruppo, sia applicata all’apprendimento, alle relazioni e all’equilibrio dell’adolescente, sia come formazione Outdoor in ambito aziendale.
Cosa comporta stare su una barca a vela anziché a terra? il movimento continuo della barca; il fatto di essere distanti dalla terra; la vicinanza obbligata delle persone dovuta alla limitata capienza; lo scopo comune di fare avanzare la barca in modo adeguato; la disponibilità delle risorse che non è infinita come a terra; la possibilità di non ricevere adeguato soccorso immediato come si potrebbe avere in un ospedale; la differente possibilità di comunicare con i propri cari (dopo un po’ di miglia il cellulare non prende); la possibilità che le condizioni del mare peggiorino, ecc.
Tutto questo comporta che vengano rimesse in gioco: le cinestesie che danno la propriocezione e quindi anche un senso possibile di disequilibrio; le relazioni e quindi la prossemica; la necessità di unirsi per far fronte a scopi sovraordinati; fantasie di mancato nutrimento adeguato; le paure connesse al proprio stato di salute; il distacco e l’abbandono dal contatto anche solo telefonico; le paure connesse alla sopravvivenza dovute a minacce esterne, ecc.
Insomma, è una grande occasione (naturalmente sarà un’esperienza fatta in sicurezza) per rimettere in gioco la persona, far emergere emozioni fondamentali che nella vita a terra sono sottese, in una parola “svelarsi” nel senso di spogliarsi e conoscersi per aver modo di rielaborarsi e trovare un nuovo equilibrio più vicino a noi stessi e quindi con una base più larga, che ci riconsegni a terra più “veri”.
Saranno previsti dei week end, piuttosto che un’intera settimana, dove con l’aiuto di Psicoterapeuti-Skipper si auto-sveleranno i nodi nascosti, permettendoci di trovare soluzioni nuove alle situazioni che a terra ci confondono.